Oristano, 20 giugno 2022 – Cosa c’è di meglio che tornare alla normalità, dopo le restrizioni della pandemia, e passare una giornata con gli amici a cui ci unisce la passione per i cavalli?
E’ quello che hanno pensato a Làconi, paese arroccato su un costone dell’altopiano del Sarcidano in provincia di Oristano.
Per questo un gruppo di amazzoni e cavalieri ha organizzato una escursione in sella per domenica 26 giugno, per stare insieme in allegria e spensieratezza.
Il programma è semplice. Partenza da Làconi alle 7 e 30, pausa a mezza mattina per spezzare la fame poi si continua sino a Santa Sofia, dove ci sarà il pranzo, terminato il quale il gruppo ritornerà alla base.
E’ il contorno ad essere ricco: perché in Sardegna non puoi muovere un passo senza entrare nella bellezza.
La bellezza della natura, con la ricchezza botanica del parco Aymerich, i boschi di lecci e le fioriture delle orchidee spontanee.
Quelle della storia con i siti archeologici di epoca neolitica, i circuiti di pietre megalitiche, i tantissimi nuraghi, alcuni ancora da studiare. E le tracce di epoca medioevale, così rare in Sardegna.
Quelle della gastronomia che si nutre, è il caso di dire, del lavoro di pastori, allevatori e agricoltori locali.
E quelle delle tradizioni, che in Sardegna sono vive tanto quanto le persone e i cavalli che nascono qui: infatti tutti i partecipanti al ritrovo monteranno in seddazzu e briglia sarda.
Lungo il cammino sarà possibile vedere il cervo sardo, che qui è ancora abbastanza diffuso e i cavalli del Sarcidano, ormai così rari ma così speciali e amati.
“Sono dei fossili viventi” ci spiega Mauro Secci, uno degli organizzatori di questa speciale giornata in sella. “Il Sarcidano è un cavallino molto rustico, una sorta di piccolo Berbero che presenta un allele nel proprio patrimonio genetico che gli conferisce una iperossiginazione sanguigna, praticamente è un dopato per natura. Sono cavalli resistentissimi, i maschi possono raggiungere un’altezza al garrese fino ai 150 cm. Sono soggetti molto difficilmente addestrabili, alcuni impossibili da mettere a sella altri invece nascono con una predisposizione alla doma: in tutti i casi sono cavalli sinceri, non sono mai aggressivi, non calciano e non mordono. E una volta domati sono molto affidabili: avevo una cavallina del Sarcidano che lasciavo libera per mesi al pascolo, quando la rimontavo smontonava come non avesse mai visto una sella. Ma sa com’è, quando un cavaliere è pratico cerca di non arrivare per terra: poi dopo 10 minuti di questa allegria la potevo lasciare a un bambino, e più piccolo era il bambino e meglio si comportava Capricciosa”.
Da queste cavalle del Sarcidano, alle quali veniva dato un buon stallone Anglo Arabo sardo si ottenevano ‘i cavalli buoni di Laconi’, famosi in tutta la Sardegna, e tra loro erano particolarmente pregiate le cavalle grigie.
Chissà se era un ‘cavallo buono di Laconi’ anche quello che il giovane Vincenzo Peis (1701-1781) stava portando al padre proprio su, dove l’altopiano si affaccia con un salto di 200 metri sul Campidano.
Quel cavallo si imbizzarì, e stava portando Vincenzo a cadere nello strapiombo quando il ragazzo si ricordò di una promessa che aveva fatto a Dio in caso fosse guarito da una malattia, ma che non aveva mantenuto.
Nel momento in cui Vincenzo ricordò la promessa il cavallo si quietò, e lo poté quindi portare al padre: così il ragazzo diventò frate Ignazio dell’Ordine dei Cappuccini, poi divenuto santo.
Un santo amatissimo, tra l’altro l’unico nato certamente in Sardegna: per questo qui è stata eretta in tempi recenti una statua a lui dedicata, con tanto di cavallo imbizzarrito, proprio nel punto dove accadde il fatto.
E’ da lì a quota 550 m sul livello del mare che partirà la passeggiata della prossima domenica: poi un dislivello di 200 metri circa porterà a Santa Sofia, che anticamente era sede di un famoso mercato dei cavalli.
I partecipanti dovranno essere assicurati, la quota di partecipazione è molto contenuta, il gruppo è già praticamente formato ma gli organizzatori cercheranno di non rimandare indietro nessuno.
Qua le uniche che sembra vengano rimandate indietro sono le fiamme degli incendi, che già per tre volte hanno lambito l’abitato di Laconi.
Ma sempre arrivate alla statua di Sant’Ignazio il vento ha girato, e il paese si è salvato: sarà un caso, chissà.
Da lì si vede tutta la Sardegna, e da lì domenica partiranno i cavalieri: sì proprio lì, dove Vincenzo Peis si ricordò di una promessa.