Bologna, 20 luglio 2019 – Eccoci ad un’altra voce del nostro decalogo estivo da trekking, leggero ma non troppo: perché magari sono cose che sapete già ma è sempre meglio ripeterle, anche a favore delle nuove leve che debutteranno questa stagione su sentieri, tratturi & c.
E qual’è il secondo comandamento? vendere cara la pelle.
Durante un trekking impegnativo a cavallo il nostro derma rischia grosso: sia nelle zone di pelle nuda a causa del sole e degli insetti, sia “sottocoperta” a causa di sfregamenti e conseguenti fiaccature.
Ricorda quindi di portare sempre con te un solare ad altissimo fattore protettivo, di quelli formulati per l’attività sportiva che non vengono lavati via dalla prima gocciolina di sudore e ricordati di usarlo a intervalli regolari durante la giornata: così non ti scotterai ed eviterai il temibile effetto abbronzatura-da-muratore (o da golfista, che è anche peggio).
Importante anche un buon repellente per insetti, in spray o stick onde proteggersi da zanzare, pappataci e altri insetti ematofagi: che non solo sono fastidiosi, ma specialmente in boschi e pascoli dove vivono animali selvatici possono trasformarsi in veicolo di malattie.
Indossa calzoni che non facciano pieghe all’interno delle ginocchia o nella zona delle natiche, e biancheria intima priva di fronzoli e trine: uno stick anti-sfregamento può essere utile, come anche allungare o accorciare di un buco le staffe può cambiare un poco l’assetto equindi dare sollievo a una zona troppo provata, dall’interno delle ginocchia in su.
Insomma, capito perché tutti i cavalieri di mestiere (dai butteri ai cowboy) avevano sempre cappello in testa, fazzoletto al collo e camicia dalle maniche lunghe? Che proteggono anche dagli schiaffi dei rami e dai graffi dei rovi.
E poi diciamocelo, le canonttierine a spalla nuda non sono molto eleganti, dai.