Bologna, 21 maggio 2024 – “Il viaggio non è una questione di soldi, ma di coraggio”. Le parole sono di Paulo Coelho, il concetto centra in pieno quello che sta succedendo nel mondo. Sarebbe banale e ripetitivo legare la capacità eccezionale di ripresa di tutto il mondo del turismo al post-Covid e alla nuova sensibilità per i temi della sostenibilità e dell’attenzione per la natura e l’aria aperta. È tutto vero ma c’è di più. Freedom, startup innovativa e marketplace di esperienze outdoor, spiega come il turismo esperienziale si confermi il trend del 2024, con le aree rurali in forte crescita di appeal e il benessere come catalizzatore di viaggi. Un’indagine di World Travel Market aggiunge che, per i Millennials e la Generazione Z, il concetto di esperienza è sempre più centrale nelle selezioni di vita e quindi di viaggio, con maggiore attenzione per la sostenibilità ma anche vacanze più lunghe e lente.
Non basta il post pandemia per spiegare una trasformazione globale della percezione collettiva dal turismo di massa globalizzato e ispirato a brand e status symbol che portano a percorrere solchi già tracciati dalla maggioranza, alla selezione accurata di destinazioni radicalmente diverse e originali in cui il viaggio è componente più importante della meta, l’esperienza e il benessere sono centrali.
Non basta la nuova sensibilità ai temi ambientali per spiegare questa tendenza così globale. Piuttosto, in un ciclo e riciclo storico applicato ai temi del viaggio e dell’esperienza, l’homo viator sta semplicemente tornando alla sua dimensione più viva di Cervantes, Manzoni, o anche di Dante e Omero. Ma anche di Ariosto. Si viaggia non solo con il corpo ma soprattutto con la mente, ci si muove in un percorso di formazione personale e di incontro con l’altro, che spesso è il cavallo.
Il movimento è un momento formativo e di conoscenza che il cavallo amplifica come compagno di avventura straordinario e di vita definitivo. Non a caso la letteratura ripercorre queste esperienze nelle opere più famose, proprio perché essenziali alla natura dell’uomo. Renzo è nei Promessi Sposi personaggio paragonabile a Picaro, è sempre sulla strada, in luoghi aperti, dove la sua Piccola Storia personale incrocia la Grande Storia dell’epoca, contrapponendosi a Lucia che è invece sempre all’interno. In Cervantes, Don Chisciotte parte per salvare il mondo con il suo scudiero Sancho Panza e il suo viaggio di formazione coincide con quello del lettore sempre più consapevole della centralità della giustizia.
È quindi la riscoperta di una vocazione ampia e innata a guidare oggi i nuovi turisti, sull’ispirazione della quête francese che non a caso è alla base della letteratura romanza (e dei Cavalieri della Tavola Rotonda). Un movimento di sensibilità, atmosfere, intuizioni e certezze che va oltre il momento emotivo del post-Covid, che ha a che fare con la nostra natura più intima e resiliente, e che dovrebbe indurre istituzioni, amministratori e players del turismo a investire seriamente nelle ippovie, nelle strutture, nell’immagine internazionale, nella dotazione di attrezzature, nelle scelte legislative, nella distribuzione delle risorse.
Nessuno ha l’Italia, a parte noi. Una fortuna immensa. E l’uomo col cavallo è il protagonista di una nuova era, di cui l’Italia è lo scenario perfetto. Altro che risultato di una moda passeggera post-Covid, come crede qualche analista ignaro della storia: l’esperienza del viaggio è tornata centrale come in Dante e Manzoni, Cervantes e Paulo Coelho.