Mosca, 27 agosto 2018 – E’ perfetto: i piccoli zoccoli, la criniera, i peli del mantello e i crini della coda, le froge delicate e gli occhi chiusi come se dormisse…ha proprio tutto questo puledro.
L’unica cosa che gli manca è la vita, quella l’ha persa 40.000 anni fa nella taiga siberiana della Yakuzia: è incredibile l’ottimo stato di conservazione che il permafrost ha garantito al corpo questo piccolo essere, così domestico e riconoscibile nonostante venga da così lontano.
Lo hanno ritrovato nel cratere Batagaika, una depressione del suolo profonda circa 100 metri, gli scienziati dell’Università Federale Russa del Nord Est con alcuni colleghi giapponesi: il puledro è alto al garrese 98 cm. ed è stato classificato come Equus Lenensis, una specie equina diffusa in questa zona nel Paleolitico Medio e ora estinta che non ha legami genetici con i cavalli attualmente viventi in Yakuzia.
Il corpo del puledro non presenta ferite, gli scienziati della spedizione russo-nipponica stanno studiando i campioni biologici prelevati per stabilire la causa del decesso e anche le sue abitudini alimentari: e a guardarlo così, sembra che il piccolino continerà a dormire mentre intorno a lui tutti si danno da fare.
Aggiornamento del 10 settembre 2018: secondo Russia Beyond gli scienziati dell’equipe che sta studiando il corpo del puledro sottratto ai ghiacci della Yakuzia, grazie ai tessuti dello stesso conservati così incredibilmente bene, potrebbero riuscire a clonarlo: riavremo un cavallo della Léna in criniera e zoccoli sulla terra dopo 40.000 anni? sarebbe davvero interessante.
Qui la fonte della notizia, dal Daily Mail e qui uno specchietto esaustivo sull’evoluzione dei cavalli, da Wikipedia inglese