Bologna, 13 marzo 2023 – Spesso, soprattutto per chi non ha ‘trascorsi equestri’ in famiglia, la travolgente passione per i cavalli porta a una domanda ricorrente: com’è cominciato tutto? In tanti ce lo hanno spiegato con i propri scritti inviati al contest Young Writer di Cavallo Magazine. Tra questi, abbiamo scelto di pubblicare quello di Caterina Porseo che ci racconta più di una storia molto importante.
Se qualcuno mi chiedesse come è nata la mia passione per i cavalli e il meraviglioso mondo che rappresentano non saprei esattamente come rispondere.
Sì, perché questo grande amore non mi è stato trasmesso da una figura quale potrebbe essere quella di un genitore, uno zio o un amico… Fin da quando sono nata ho sentito una profonda attrazione nei confronti di questi meravigliosi animali che ad oggi ricoprono un ruolo fondamentale nella mia vita.
Partiamo dunque dagli albori, il primo segno della mia curiosità e ammirazione per il mondo equestre potremmo dire che si manifestò nel periodo dell’asilo, 3-5 anni, quando nei momenti dedicati al disegno non facevo altre che disegnare cavalli. “Disegnate la vostra famiglia” e la mia famiglia era rappresentata da cavalli… “Oggi disegnate cosa desiderereste ricevere a Natale” diceva la maestra, e io disegnavo un bel cavallo sul foglio… o ancora, “Qual è il vostro animale preferito? Fatene un bel disegno!” inutile che vi dica la risposta, già la sapete.
L’unico mio problema era che il tanto desiderato quadrupede mi veniva concesso solo sottoforma di giocattoli, poster, libri o una volta diventata più grande di riviste, ma mai in carne e ossa. La realtà era che questa mia profonda e reale passione non era condivisa da alcun membro della famiglia, anzi, quell’elegantissimo e maestoso animale chiamato cavallo destata una certa paura ai miei genitori, figuriamoci vedere una figlia montarci sopra!
Ma… Chi la dura la vince! Infatti, all’età di 13 anni, dopo che i miei poveri genitori si sono inventati qualsiasi sport pur di distogliermi dall’amato animale, sono riuscita a vincere la mia battaglia iniziando a prendere lezioni durante una calda estate in Toscana. Da quell’evento possiamo dire che i miei genitori si misero il cuore in pace, “contagiai” anche mia sorella, e specialmente mia mamma si dedicò alla causa nonostante il terrore nel vedere due figlie in sella a quei grossi animali. Ricordo ancora che ci accompagnava a lezione, ma non ci guardava mai, non per disinteresse, ma per reale paura.
Passò qualche anno e arrivò il primo cavallo di proprietà: Hemily, che avevamo la fortuna di montare sia io che mia sorella. Da quella prima cavalla saura instaurammo un circolo vizioso da cui non uscimmo più, nemmeno nelle circostanze più tragiche.
Fu infatti nel luglio del 2014, parecchi anni dopo, che l’allora compagno di mia sorella cadde da cavallo; a seguito di quel tragico incidente non ha più recuperato l’utilizzo delle gambe.Fu un vero e proprio shock nella mia vita. Quella che era stata la mia più grande passione, era stata la stessa a intaccare irreversibilmente la vita di una persona tanto vicina.
Non mi soffermerò sulle ripercussioni che quell’evento ebbe sugli equilibri della mia famiglia, di mia sorella in primis e dei miei genitori che si occuparono di lei, mi limiterò a dire che fu un dolore atroce e dilaniante che durò per vari anni.
Fu così che appena maggiorenne mi trovai smarrita.Se non si fosse trattata di una passiona autentica probabilmente avrei abbandonato il mondo dell’equitazione poiché causa di tanto dolore. Ma ovviamente non fu così, i cavalli e le persone incontrate grazie a loro mi salvarono dal dolore, furono loro la mia ancora di salvezza. Per fuggire a quella casa piena di dolore, la mia casa, presi a lavorare nell’ambito dei concorsi di salto ostacoli, come commissario alle partenze, stringendo importanti legami con alcune persone, legami veri e sinceri che durano ancora oggi.
La mia “carriera” è andata avanti negli anni, ho lavorando anche come speaker, addetta alle premiazioni e supporto alle segreterie di concorso.
Quei lavori, oltre a rappresentare una seconda casa, mi hanno permesso negli anni di finanziare e frequentare ciò che è legato ai cavalli non costringendomi a rinunciare a questo grande amore.Potrei dire che la mia passione si irradia in ogni spazio della mia vita, dal piacere di andare a montare, all’evento sportivo o allevatoriale al quale posso assistere o lavorare! E se è vero che “La passione può avere mille forme diverse ma il suo scopo è sempre uguale: farci sentire vivi” io ringrazio i cavalli, perché sono ciò che mi tiene viva ogni giorno.
Caterina Porseo