Bologna, 28 marzo 2023 – Dopo la premiazione della piccola Emma dello scorso weekend a Villa Vanna, diamo di nuovo spazio al lavoro di una young writer della categoria 18+. Si tratta di Alessia Barra che ci offre l’opportunità di entrare nel suo specialissimo mondo equestre.
Spesso a chi va a cavallo viene chiesto: Perchè lo fai? Perchè sacrificare così tanto tempo? Perchè preferire il maneggio all’uscire con gli amici? Perchè studiare la notte per preparare un esame invece che rinunciare ai cavalli per un giorno? Perchè iniziare a lavorare così giovane per poter mantenere una passione così costosa?
Perchè lo fai?
Ho perso il conto di quante volte questa domanda mi sia stata posta nel corso degli anni, con quel fare di chi pensa che tu stia sprecando il tuo tempo…ho perso il conto anche di quante volte mi sia stato detto che non sarei ma diventata qualcuno, che non ne avevo le possibilità economiche, che stavo sprecando il mio futuro dando la priorità a qualcosa che non mi avrebbe mai portata da nessuna parte.
Non ho mai trovato le parole giuste per rispondere a quella domanda, non sono mai riuscita ad articolare una frase che rendesse giustizia alla risposta che sentivo dentro di me con tanta consapevolezza.
Ma oggi proverò a rispondere a quella domanda.
La prima volta che mi sono avvicinata ad un cavallo avevo sette anni. Era un animale fiero, molto più grande di me, ma c’era qualcosa in lui che mi trasmetteva serenità, non timore. Ricordo ancora il contatto delle mie piccole dita con il suo pelo, ricordo il suo sguardo pacifico, ricordo che qualcosa cambiò nel secondo esatto in cui lo accarezzai, come il tassello di un puzzle che trova il suo posto esatto dentro di te. Quell’animale per un istante mi ha mostrato chi sarei diventata, senza dire una parola, mi è bastato il tempo di una carezza per capire che, nella mia vita, avrei sempre avuto bisogno di quella sensazione.
Quella bambina di sette anni sapeva che quel giorno avrebbe cambiato la sua vita, sapeva che grazie a quelli che per chiunque sono solo animali, lei avrebbe trovato se stessa e non si sarebbe mai più persa. Quella bambina oggi ha 22 anni e non ha mai perso se stessa grazie ai cavalli. Il suo modo di guardarli non è mai cambiato: lo fa ancora con quell’amore incondizionato, fiducia e riconoscenza di quel giorno.
Nella mia testa c’è sempre stato molto rumore, un rumore di sottofondo costante, che si spegne solo quando sono in mezzo ai cavalli: loro sono il silenzio che cura il rumore che ho dentro di me. Non si tratta di un semplice sport, non si tratta di vincere gare, non si tratta di fare il punteggio più alto e battere gli altri, si tratta di quella pace, del mio rifugio personale dai pensieri che costantemente mi inseguono.
Se ho fatto sacrifici nella vita per potermi dedicare ai cavalli come volevo? Certo. Ma non c’è neanche un istante che consideri sprecato se trascorso con loro.
Non c’è neanche un secondo di quel silenzio che non mi abbia fatta sentire meglio.
Col tempo i cavalli sono diventati l’unica costante della mia vita, il cuore pulsante di un’esistenza che all’apparenza cambiava molto: io crescevo, la mia vita prendeva direzioni diverse, eppure loro ci sono sempre stati, come a ricordarmi chi sono davvero, cosa non sarebbe mai cambiato. Sono rimasti il momento della giornata in cui i pensieri si spengono nella cadenza di una galoppata, nell’esercizio che non viene ma che ritenti, nella pagina bianca che ogni volta questi animali ti concedono nonostante gli errori che commetti, per riprovare a scrivere qualcosa di meglio insieme, di nuovo, ancora e ancora, ogni giorno.
Il sogno di ogni atleta è migliorare se stesso fino a raggiungere i propri obiettivi.
Il mio sogno? È il mio presente. Il mio sogno lo vivo tutti i giorni in cui entro in scuderia e sento di essere a casa. Il mio sogno è sapere di aver costruito qualcosa insieme al mio cavallo, è quella sensazione nella pancia di essere dove voglio essere, e non importa quanti sacrifici avrò fatto per trovarmi lì in quel momento, perchè fintanto che avrò quella sensazione dentro di me saprò che non sono stati vani, saprò che potrò anche arrivare per sempre seconda ma avrò già ottenuto il risultato che volevo perchè sarò con il mio cavallo. E questo vale più di qualsiasi trofeo.
Quindi ecco perchè lo faccio. Perchè in fondo sono sempre quella bambina di sette anni, perchè i cavalli sono la cura al veleno che mi somministro ogni giorno, perchè sono la prima boccata di ossigeno dopo ore passate a non respirare.
Cosa sarei se improvvisamente non avessi più ciò che mi rende quella che sono?
Mi piace pensare che non lo scoprirò mai.
Voglio dire grazie a quella bambina, voglio dirle grazie per non essersi mai fatta scoraggiare da chi le diceva che non poteva farcela, che era troppo costoso, che non poteva permettersi di curare la sua cavalla e avrebbe dovuto lasciarla andare, che non avrebbe mai potuto studiare, lavorare e nello stesso tempo andare a cavallo senza impazzire, perchè ha dimostrato a se stessa, più che agli altri, che invece poteva farcela.
Perchè se c’è una cosa che i cavalli mi hanno insegnato è che la vera forza non sta nelle proprie capacità o nelle proprie possibilità, sta nella determinazione, nell’amore verso ciò che si fa, nella dedizione con cui ci si prende cura di ciò che si ama ogni giorno. E io amo i cavalli. Amo la persona che mi hanno resa, amo il tempo che dedico loro. E quindi la risposta a quella fatidica domanda è forse una parola sola. Forse è sempre stata lì, e non si tratta di una frase, ma di una parola che racchiude tutto quello che difficilmente si potrà mai spiegare davvero: l’Amore.
Ecco la vostra risposta. Perchè lo faccio? Per Amore. Quello più puro, vero e disinteressato che solo questi animali saranno mai in grado di darvi, e mi dispiace per chi non avrà mai l’onore di amare ed essere amato in questo modo, perchè quando scopri cosa si prova diventi improvvisamente consapevole di quanto possa cambiarti.Alessia Barra